È un po’ di tempo che va di moda così: non ti piace una tassa? Non pagarla (vedi il caso della Lega con l’Imu) o il canone Rai (quello l’hanno suggerito in talmente tanti che non vale la pena elencarli). La tariffa dell’acqua? Dopo il referendum bisogna autoridursela. E adesso, anche sulle mense scolastiche, c’è chi dice che se non cambia il metodo di tariffazione da forfait a pasto, è pronto a forme di protesta clamorosa, come pagare in ritardo. Ovviamente a danno di tutti quelli che invece, anche se magari non sono proprio entusiasti di farlo, pagano regolarmente. E in effetti, non è chiaro perché queste luminose idee sul non pagare come forma di protesta siano sempre e solo rivolte ai servizi pubblici, che sono appunto di tutti. Perché a nessuno viene in mente, per esempio, di pagare le scarpe da 150 euro in 30 comode rate mensili da 5 euro? Così, per protesta contro il carovita…
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