Luigi Di Maio, dirigente nazionale dei Movimento 5 Stelle, docet: c’è un deficit di preparazione politica a Ravenna. Lo ha dichiarato (fonte Ansa), in occasione della visita a Bologna per sostenere invece il candidato Bugani con cui si punta al ballottaggio.
Ma a Ravenna, ha sottilmente spiegato, «dobbiamo essere onesti con i cittadini… non chiediamo un voto per una lista per cui non siamo pronti, continuiamo a lavorare per essere pronti la prossima volta».
Difficile capire se sia una strategia più saggia che stolta. Al punto che – per non saper ne leggere ne scrivere – una parte di militanti dei Cinque Stelle ha deciso di presentarsi comunque alle elezioni amministrative di Ravenna con una lista civica, “CambieRà”, che ha candidato a sindaco Michela Guerra, a suo tempo scelta con i metodi propri del Movimento. Nonostante siano stati delegittimati da Grillo e suoi luogotenenti, questi “grillini“ si immagina vogliano dare continuità all’esperienza in consiglio e nelle commissioni comunali, per proseguire a fare politica vera, non esoterica. Ma il Maestro Di Maio gli ha tolto prudentemente le stellette: non sono preparati, rimandati al 2021. Però non è dato a sapere se è perché in politica si applicano ma non capiscono, oppure se capiscono ma non si applicano. Sconcertante.
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