E così, finalmente, anche Ravenna ha iniziato a celebrare degnamente il santo patrono. Non per ritrovato spirito religioso, ma perché ogni occasione è buona. Trattasi peraltro di un patrono un po’ radical chic, che pochi fuori di qui conoscono davvero (a parte gli abitanti di Sant’Apollinare), forse perché veniva da quel luogo esotico che è la Siria. Dev’essere secoli che non dà il nome a un bambino e peraltro divide il titolo di patrono con un guerriero, però ha a lui dedicate ben due chiese e che chiese. La città ha festeggiato con un raffinato spettacolo di fuoco e acrobazie (per chi è riuscito a vederlo) e con i suggetivi mosaici di luce e gli effetti speciali di Andrea Bernabini a Sant’Apollinare nuovo (idem come sopra ma per quelli c’è tempo anche stasera) che hanno incantato una notte caldissima, dove i ravennati hanno dimostrato in modo tangibile che sicuramente siamo la città con più biciclette di Italia e forse del mondo. Qualsiasi turista fosse in giro ieri sera per la città non può che averne tratto un’immagine indimenticabile. E per molti ravennati è stato forse il momento del risveglio dell’orgoglio bizantino.
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