Non sarà facile, ma ci proviamo, a spiegarvi cosa succede dentro il Pd ravennate. State bene attenti e dimenticate le categorie classiche in cui siete abituati a dividere i piddini, perché a Ravenna non funzionano. In gara per il provinciale ci sono due bersaniani di ferro, ex Ds, dentro il partito da una vita. Uno giovanissimo (28 anni), cervese, l’altro più maturo (44 anni), ravennate. Uno già assessore, l’altro segretario comunale a Ravenna. Quello di rottura, quello che sta sfidando i vertici, dicono tutti, è il secondo, il nuovo è il più vecchio, dunque, quello iscritto da più tempo. Per questo anche i renziani ravennati (e lughesi e cervesi) lo sostengono, senza troppo entusiasmo, ma lo sostengono. Perché dicono, ovvio che noi che vogliamo cambiare il partito non possiamo scegliere il vice dell’attuale segretario. E invece, invece a Faenza pare fatto l’accordo tra i renziani e il candidato cervese, appunto. Nel solco della massima continuità che, per carità, per molti può pure essere una garanzia e un valore, ma certo pare curioso lo sia per chi si ispira appunto al rottamatore. Ma tant’è. Nel partito dunque volano gli stracci e soprattutto a Ravenna il clima è pesante. Ma per fortuna che si vota anche per la segreteria comunale e qui, udite udite, in realtà il candidato sarà uno solo. Ovviamente bersaniano ortodosso. Che con le novità mica vorremo esagerare.
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