Per fortuna che arriva Beppe Grillo. Non solo per noi giornalisti ravennati, no, ma soprattutto per il povero Pietro Vandini, capogruppo in consiglio comunale del Movimento 5 Stelle, che in questi mesi ne ha passate di tuttti i colori, diciamocelo. Prima una parte di attivisti, quelli più legati ai temi ambientali che hanno dato vita per esempio al comitato Vitalaccia Dura, lo rinnega; poi ci si mette addirittura Grillo in persona, a fare un po’ troppo di testa sua, e Vandini ci prova, a criticare in maniera più educata possibile su quella cosa che si chiama democrazia interna, ma i grillini duri e puri mica capiscono. Poi accade addirittura che il suo amico e compagno di battaglie Giovanni Favia venga espulso dal partito (ops, movimento) e lui non può non dimostrargli la sua solidarietà, senza però ovviamente esagerare. Ed ecco che addirittura Favia passa a un altro partito e lui non può neanche incazzarsi, visto che continua a considerarlo un «fratello», così come d’altronde Grillo un «padre», dice su Facebook. E non è finita perché addirittura Ingroia tenta anche lui, offrendogli un posto nel suo movimento arancione. Vandini rifiuta e si ributta a capofitto a raccogliere firme per il Movimento 5 Stelle, nonostante il calo dei consensi dei sondaggi e gli attacchi massmediatici su Grillo diventato fascista. Chissà, insomma, che per un giorno non possa tornare ad essere tranquillo e felice come prima di essere stato eletto.
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