Per capire davvero chi ha vinto le ultime amministrative basterebbe, il giorno dopo, analizzare il voto tramite i commenti dei nostri politici su Facebook. Il grillino Vandini non ha dubbi: «Abbiamo vinto». Quasi tutti i leghisti parlano lodevolmente di come aiutare le popolazioni terremotate e il segretario del Pdl Ancarani si rallegra per la Vezzali portabandiera alle Olimpiadi (e a onor del vero festeggia anche per i grillini a Parma, con una ammirevole capacità di vedere il bicchiere mezzo pieno anche quando è prosciugato). E il Pd? Il Pd si divide. C’è chi parla di una grande vittoria (il segretario Pagani, il consigliere comunale Tarroni) e chi vi legge un campanello d’allarme (il consigliere Di Martino), chi un’occasione da cui ripartire lavorando sui “se” e i “ma” (tutti i fan di Civati). Invece Paglia, coordinatore regionale di Sel, dice di essere impegnato in lunghe riflessioni, alcune delle quali hanno già partorito una conclusione: il Movimento di Grillo, pur interpretando anche «istanze superficiali del popolo della sinistra», contiene «un nucleo profondo di radicalismo di destra» e parla «istintivamente e propriamente a pezzi di elettorato leghista e berlusconiano». Quindi? No problem, qui non succederà niente. Il Pd che conta continuerà come nulla fosse stato, Sel continuerà a parlare al suo non meglio precisato elettorato di sinistra (che a Ravenna nel 2011 era pari a un terzo circa di quello dei grillini). Tutti più o meno sperando che intanto a Parma il nuovo sindaco combini un casino e che Vandini, tra quattro anni, non possa ripetere «abbiamo vinto». Si chiama strategia di lungo corso…
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