Esercizi pubblici, più controlli e maquillage per ridare lustro a piazza S. Francesco. Sembra sia vero e sta per avvenire, in questo primo scorcio di 2015, la “ripulitura“ (non solo materiale) della più suggestiva e monumentale piazza di Ravenna. Una specie di operazione “a tenaglia“ che per eliminare l’accattonaggio e lo spaccio punta a un maggiore presidio di controllo e repressione e ad un presidio di pubblica fruizione, con la prossima inaugurazione di un caffé-pasticceria e degli uffici Iat di informazione turistica che si affiancano alla già fruibile Cripta Rasponi e ai giardini della Provincia. A ciò si aggiunge il periodico “Biomarché“ dedicato a prodotti naturali e tipici e altre fiere e mercatini. Tutte occasioni che si auspica siano frequentate da cittadini e turisti, nel percorso di piena restituzione alla città di un luogo di grande bellezza.
Però lasciano basiti i tempi biblici in cui sono stati messi a punto più controlli e maggiore vivibilità di questo storico spazio urbano. Si tratta di oltre un decennio trascorso nell’indiferezza, almeno dagli interventi di sistemazione dell’altro lato della piazza, quello dei giardini dedicati al vescovo Rinaldo e del portichetto della biblioteca Oriani, che avevano riconsegnato al decoro una porzione della zona Dantesca. Come si sia potuto ignorare per così tanto tempo il degrado in cloaca, qualche metro più in là, del portico del Palazzo della Provincia prospicente la basilica e del vicolo intestato a Don Mesini (sic) resta un mistero per la tanto evocata Ravenna turistica, città d’arte e di cultura. Speriamo sia la volta buona.
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