Chissà perché dopo l’esplosione di una centrale a gas per ragioni che al momento sono ignote nessuno, nelle prime ventiquatt’ore almeno, si sia sentito in qualche modo in dovere di dire due parole alla cittadinanza. Che fossero di allarme o rassicurazione, ma qualcosa qualcuno avrebbe dovuto dirlo, forse: che si mettessero d’accordo tra le varie istituzioni locali, l’impresa che ha pure un suo sito, le rappresentanze. Nell’epoca dei social, della connessione veloce, della città digitale e compagnia cantando. Nulla. Vero è che nessuno si è fatto male e che la centrale non ha mai smesso di funzionare. Però insomma. Non dovremo mica pensare che svegliare mezza città con un incendio dalle fiamme alte decine di metri sia normale, no? O forse pensano che siano tutti impegnati 24 ore al giorno a occuparsi solo di questi benedetti daini (per eventuali approfondimenti sul tema, consigliamo la lettura del malefico Moldenke sul settimanale in uscita oggi oppure già on line a questo link)?
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