Ogni tanto, lasciatecelo dire, questo mestiere dà anche delle soddisfazioni. Prendete il caso della presunta omofobia a scuola. Ora partirà un’indagine, il provveditorato interrogherà preside, insegnante (accusata di aver detto che l’omosessualità è una malattia) e alunna che ha denunciato il caso. Questo solo in seguito alla pubblicazione della notizia sul nostro settimanale. Altrimenti chissà quando e se qualcuno si sarebbe occupato della questione. Ora, mica speriamo che la professoressa sia colpevole, ci mancherebbe. Però vogliamo si faccia chiarezza. E la speranza è che il nostro articolo possa anche fare in modo che gli insegnanti ci vadano un po’ più cauti, la prossima volta, quando dovranno parlare di certi temi in classe. Ci piacerebbe, per esempio, che non dicessero che l’omosessualità è una malattia, certo, ma neppure (come si è invece giustificata la prof in questione) che è provocata da un’infanzia difficile. Fate tutti un piccolo sforzo e vedrete che nessuno vi denuncerà più per averlo discriminato.
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