I fatti di Cona, un centro di accoglienza sovraffollato e inadeguato in Veneto dove è morta una ragazza e si è scatenata una rivolta, hanno riportato alla ribalta il ruolo che i Comuni possono o non possono avere nell’accoglienza dei richiedenti asilo. Il Comune di Ravenna può rivendicare di aver sempre fatto la propria parte, aderendo allo Sprar da subito e ora, che lo Sprar resta un modello ma non è più sufficiente, prendendosi direttamente in carico la gestione dei bandi per le strutture dove alloggeranno le persone in attesa di conoscere il proprio destino, subentrando alla Prefettura. Un passo importante, di questi tempi. E anche, per certi versi, politicamente coraggioso. Il tema è destinato ad accompagnare il dibattito anche in città per tutto il 2017. E l’auspicio non può che essere quello di un confronto anche duro, ma che tenga lontane scorciatoie, populismi e promesse impraticabili. Basta guardare il dibattito nazionale per capire quanto ce ne sia bisogno.
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