Sono passati circa due anni da un nostro servizio sul centro storico, in cui in particolare sottolineavamo la nascita o comunque la presenza di alcuni negozi di abbigliamento nettamente in controtendenza rispetto alla media ravennate. Negozi aperti da giovani imprenditori che si ispiravano alle città del nord Europa, che proponevano prodotti e location decisamente alternativi, magari tentando anche nuove vie per distaccarsi dai classici canoni. Uno aveva provato per esempio a vendere anche birre e vino ai tavolini con orari allungati, un altro proponeva oggetti di design molto ricercati, un altro ancora spiccava per l’arredamento e la particolarità dei capi proposti. Si chiamavano rispettivamente Minne Song, Clubs e Glue Clothings. Quest’ultimo ha abbassato definitivamente la saracinesca in questi giorni, gli altri lo avevano già fatto da tempo. Non ce l’hanno fatta. Ce ne dispiace, perché il coraggio non è stato premiato. E ci chiediamo: cosa non ha funzionato? Impossibile, nella ingessata Ravenna, proporre qualcosa di diverso? Hanno sbagliato loro? Sono i ravennati a non essere pronti? O è colpa solo della crisi? Degli affitti troppo alti? Basta che non ci diciate che siamo noi ad aver portato sfiga…
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