domenica
15 Giugno 2025
Rubrica Il Bombolone

Quando il doping è la famiglia

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«I veri campioni dello sport, anzi i veri sportivi, perché la dimensione di campione non è essenziale, è un di più, si identificano con i modelli: sono quelle persone per le quali scatta il sentimento d’emulazione. Da bambini, si comincia a fare sport soprattutto per questo, per imitare i grandi. Ma devono esserlo davvero, come Josefa. Forse, in tutto il mondo dello sport non esiste un personaggio come lei. Ed è ancora più importante seguirla, sentirla nostra, proporla ai nostri figli e a tutti i ragazzi proprio in questi giorni sporchi di doping e menzogne, lacrime stucchevoli e vergognose complicità anche ai massimi livelli. Josefa Idem non ha “vinto il quinto posto” per farci dimenticare Schwazer, ma per ripeterci che un altro modello di sport e di vita è possibile. Adesso, lei ha detto che smetterà: qui a Londra era la sua ultima gara. E invece no, anche questo è sbagliato, come l’ordine d’arrivo. Josefa Idem ha vinto e continua. La porteranno con loro in canoa, in pista, in corsia, in palestra, in piscina, sul campo, in bicicletta, tutti quelli che ancora credono che lo sport sia qualcosa che vale, che merita, che insegna a vivere, che rende più sani e migliori».

Ecco, noi eravamo troppo piccoli per fare un bombolone sulle Olimpiadi. E allora abbiamo preso in prestito le parole dell’inviato di Repubblica, Maurizio Crosetti, che nell’attacco del suo pezzo definiva la Idem «dopata di passione, vita, forza, allenamenti, futuro, famiglia e allegria». Era difficile non cadere nel retorico e infatti forse ci è caduto anche Crosetti. Però, ecco, per oggi va bene anche così.

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