Adesso c’è anche un libro che ci rivela la bellezza di Palazzo Merlato. Che diciamocelo, è un po’ un orgoglio. Quella scala in piazza un po’ defilata (come tutta Ravenna, del resto) che ti porta nel cuore dell’amministrazione democratica della città, ospitata in un palazzo storico. E’ una di quelle cose che crea appartenenza, che ti fa sentire fortunato di vivere in una città d’arte, di poter fruire di posti così da cittadino e non da turista. Era un po’ quello che succedeva quando si andava all’anagrafe. Eri in fila per un certificato, alzavi lo sguardo e dicevi, però, che posto bellissimo, mica come un anonimo ufficio di periferia qualsiasi. Ecco, appunto. Ora la vecchia anagrafe ha chiuso definitivamente (a proposito del senso della parola temporaneamente in questa città…). E il comune spera di venderla a qualcuno che magari ci faccia un hotel (certo, forse gli stessi che faranno quello a cinque stelle nell’ex comparto Enel, quello a Marinara, quello in centro a Marina…). Quel che è certo è che è chiusa. E comunque vada, per i ravennati resterà tale. Chissà quanto ci guadagnerà il Comune. Qualsiasi sia la cifra, chissà se ne sarà valsa la pena. Perché la bellezza, l’identità, l’appartenenza sono valori difficili, molto difficili da calcolare e monetizzare.
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