Puntuale è arrivata anche quest’anno la richiesta di impedire il raduno sulla tomba di Ettore Muti, a fine agosto. E in una regione che ha appena deliberato la vendita di gadget fascisti la cosa sarebbe più che mai coerente, del resto l’apologia di fascismo in Italia è un reato. Quindi secondo un principio di legalità sembra non ci sia niente da dire: niente raduni, niente accendini con il Duce. Benissimo. Ora, non si capisce bene perché questa misura arrivi adesso, come se improvvisamente ci fosse un motivo per avere davvero paura. Anche perché se così fosse, non sarà qualche nuovo divieto a cambiare le cose. E anzi un dubbio forse resta. Non corriamo così il rischio di ammantare il ritrovo di qualche nostalgico e un po’ di cianfrusaglia di dubbio gusto dell’aura quasi romantica della clandestinità, del sottobanco, della setta segreta? A voi lettori, se vorrete, la risposta.
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