«Spetta ai livelli nazionale, regionale e comunale, introdurre le opportune modifiche alle normative vigenti, cosa che noi auspichiamo». Ecco come la Fondazione Bella Ciao, le cooperative e le società che posseggono le Case del Popolo in provincia rispondono all’invito del sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci, che il 20 gennaio scorso dichiarava: «Come iscritto del Partito democratico penso che il gioco d’azzardo debba essere bandito dai luoghi di ritrovo di proprietà e gestiti dal Pd. Questo, nel rispetto dei contratti in essere, dovrebbe avvenire entro dodici mesi» (dichiarazione riportata testualmente dal comunicato diffuso dal portavoce). Loro, proprietari degli immobili, promettono di sensibilizzare gli affittuari e per l’ennesima volta specificano che non sono loro a gestire direttamente la cosa (in effetti sono solo i padroni di casa che affittano i locali e che con quegli affitti permettono molte attività del partito) e che comunque non metteranno nuove slot o sale slot. Ma dal comunicato pare anche di capire che, salvo divieti espliciti, tra un anno le slot e videolottery potrebbero pure essere ancora dove si trovano, nelle Case del Popolo. Magari con dei bei cartelli che spiegano i rischi del gioco d’azzardo, però (come sollecitato dal Pd). Chissà se all’iscritto del partito Fabrizio Matteucci (e ai molti altri d’accordo con lui) basterà per essere soddisfatto.
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