Rossella è libera, lo dice qualcuno in Africa. Lo rilancia Al Jazeera. Conferma la questura di Oristano. Anche qualche familiare non bene identificato. Gli utenti di Twitter e Facebook non hanno dubbi. Ma poi la polizia fa marcia indietro, i familiari dicono che bisogna aspettare, la Farnesina né smentisce, né conferma. Fonti segrete di alcune testate giornalistiche rilanciano quindi la notizia: Rossella è libera ed è in mani italiane. Anzi, no, diranno poi, forse non è mica in mani italiane. Insomma, un gran casino. E la colpa è soprattutto di internet, che sarà anche la più grande rivoluzione della storia moderna ma rende anche le cose un po’ complicate. Diventano notizie anche quelle di un giornale africano e i tweet di Fiorello. E così capita che i politici si facciano prendere la mano e via di corsa dagli uffici stampa per vergare comunicati di felicitazioni e gioia. Il rischio, sempre in agguato, è quello di fare come la gatta frettolosa che fece i gattini ciechi. Che dire, l’unica nostra speranza è che la dura legge di internet valga anche per questo bombolone, che quando lo starete leggendo sia già diventato vecchio e che Rossella possa essere, finalmente e senza timore di smentita, davvero libera.
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