Tre giorni in cui cadono i confini non solo tra persone di diversa provenienza, ma anche tra “alto” e “basso”, tra generi artistici, tra momenti di dibattito e momenti ludici, ma anche tre giorni di “sconfinamento” tra generazioni perché, in quei tre giorni, i giovani hanno davvero la ribalta. Non è un progetto a cui lavorare, è qualcosa che già esiste e che stiamo rischiando di perdere: è il Festival delle culture. Festival che peraltro si svolge in quel luogo specialissimo che è l’Almagià, invadendo anche il parcheggio fino al Candiano. E che si è sempre realizzato con budget ridottissimi. Chi lo conosce sa che l’atmosfera è davvero un po’ speciale, e a frequentarlo non sono pochi addetti ai lavori, ma migliaia e migliaia di ravennati. Ecco perdere il Festival delle culture ovviamente non sarà la fine del mondo, però di sicuro restringerà un po’ i confini in cui ci muoviamo e pensiamo. Siamo sicuri, in questo angolo dell’impero con tante e tali ambizioni, di potercelo permettere?
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