Lavorano dodici ore al giorno praticamente senza pausa pranzo ma sono inquadrati come part-time. Vengono pagati a 60 giorni e quando una delle loro società chiude (cioè spessissimo) sono costretti a dire addio a stipendio e contributi, prima di tornare a fare il loro lavoro nello stesso modo, per la stessa multinazionale magari, ma per un nuovo capo a cui viene esternalizzato il servizio di trasporto. Una situazione a cui pare non esserci soluzione, neppure per i sindacati, che praticamente allargano le braccia. Non ci sono regole. E in caso di controlli ci rimettono quasi sempre solo i lavoratori sottopagati, l’ultima ruota del carro, in questo caso quelli che ti portano i pacchi a casa. Mentre i grandi marchi ne escono puliti, e anzi ci guadagnano pure. Un po’ come le grandi catene, che offrono alle commesse condizioni indecenti di fronte al ricatto prendere o lasciare. Ecco. Il lavoro oggi è anche questo. Quando c’è.
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