Senza ridere né piangere

Nel marzo 2010 non la scelse nemmeno un elettore su quattro nella nostra provincia e Anna Maria Bernini restò sotto la soglia del 23 percento. Siamo certi che se si votasse quest’anno, Errani potrebbe invece avere grane serie. Perché la Bernini, comparsa sui nostri schermi solo in occasione delle regionali, ci sta tornando in prima linea a difendere Berlusconi per il caso Ruby insieme a un drappello di altri valorosi scelti tra i fedeli del Presidente, preferibilmente donne e cattolici. Veri e propri discepoli pronti a tutto pur di ripetere quasi ossessivamente il verbo del Capo, addestrati a sviare il vero centro (esclusivamente politico) della questione. Si dice che abbiano ricevuto l’indicazione di ripetere “privato” almeno quattordici volte l’ora, “abnorme dispiegamento di mezzi” almeno dodici, fingere di non sentire “succinte divise da poliziotte” e alla parola Family Day rispondere “fidanzato ufficialmente”. Il tutto senza mai mettersi né a ridere, né a piangere. E la Bernini in questo è maestra, mantiene quell’espressione vagamente minacciosa che già le avevamo conosciuto in campagna elettorale con raro sprezzo del ridicolo. Chapeau.

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