I dati raccolti dalle centraline della rete Arpa, agenzia regionale per la protezione ambientale, dicono che Ravenna è tra le tre province dell’Emilia Romagna (le altre sono Forlì-Cesena e Rimini) in cui negli ultimi quindici giorni la concentrazione di polveri sottili nell’aria (Pm10) ha sforato meno volte il limite fissato di 50 microgrammi per metro cubo. Le stazioni utilizzate per il calcolo della qualità dell’aria di Ravenna, sono quelle dell’area urbana posizionate alla Rocca Brancaleone, in via Caorle e in via Zalamella. Esiste però un’altra centralina, regolarmente funzionante, che rientra tra quelle «collocate – si legge sul sito di Arpa – sul territorio con l’obiettivo di valutare eventuali impatti sulla qualità dell’aria prodotti, nelle aree circostanti, da specifiche fonti di emissione come impianti industriali ed altre infrastrutture». Per questo motivo «i dati rilevati sono indicativi della sola realtà locale monitorata, a differenza di quelli rilevati dalle stazioni della rete regionale di monitoraggio, collocate in modo tale da rappresentare l’intero territorio provinciale». A Ravenna questa centralina sta al porto, in zona Sapir. Nel 2015, fino al 28 dicembre, ha registrato 80 giornate in cui le Pm10 erano superiori al limite di legge. La stessa legge che fissa a 35 il limite massimo annuale di giornate con sforamenti. Sarà anche verò che quella «è indicativa solo della realtà locale», ma è pur vero che in questo caso la realtà locale in oggetto è il porto dove qualche migliaio di ravennati trascorre diverse ore del giorno.
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