Oggi per prima cosa, prima di qualsiasi altra riflessione, non possiamo che unirci al coro di voci di solidarietà a Massimo Matteucci, presidente Cmc, preso di mira da un piccolo gruppo con una sigla che da sola dice come questi non possano essere interlocutori di nessuno su niente. E anche qui ribadiamo che il movimento No Tav si è dissociato dalle minacce e nulla ha a che fare con movimenti armati. E poi, però, sempre oggi vorremmo ribadire che, a prescindere da come la si pensi sul Tav, non si capisce perché debba esserne ritenuta responsabile la ditta che esegue lavori decisi da un governo composto da forze politiche in un regime democratico. È a loro che va, ovviamente pacificamente e civilmente, chiesta ragione di una scelta che non ha fatto la Cmc, alla quale si possono magari addebitare altre colpe e altri “peccati”, senza nemmeno andare troppo lontano, ma no, non questo.
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