Probabilmente fondere gli istituti tecnici in un unico grande istituto industriale-agrario e per geometri è in effetti un’ottima idea, lungimirante, anche se adesso scontenta molti. Ed è possibile che Sel sbagli a criticare la sua stessa maggioranza sulla riorganizzazione scolastica. Però è vero che in questo momento, anche queste scelte possono sembrare abili mosse del nuovo gioco nazionale: “taglia anche tu la scuola pubblica”. Eliminate compresenze alle primarie, materne solo part time, tempi pieni che diventano un miraggio, genitori che ridipingono aule, ragazzi che portano a scuola sapone e carta igienica e ora la geniale novità del governo tecnico: più ore di lavoro per gli insegnanti al solo scopo di lasciare a casa i precari, non certo per aumentare l’offerta formativa. E così, non vorremo mica prendercela troppo con le Province che minacciano di spegnere i riscaldamenti nelle scuole. Che qui da noi, per esempio, la Provincia si è sempre accollata anche i costi per tenere le aule e le palestre calde negli orari extra scolastici e ora rischia di non averceli proprio i soldi per il gas. Ricordiamocelo, tagliare i fondi alle Province, in realtà, alla fin fine, vuol dire anche tagliare ancora una volta sulla scuola. Astuto, no?
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