Nascerà a breve il Parco Baronio, ma non basta… Certo è una buona notizia: 17 ettari di verde sorgeranno fra qualche anno a ovest della città (l’altro grande parco urbano, di 14 ettari, quello di Teodorico è a nord) ma dal nostro Comune e per la nostra città ci aspettiamo di più e non vogliamo più deroghe o varianti. A proposito dell’area di salvaguardia ambientale del Baronio si è rievocato il tema della “cintura verde” che secondo i piani regolatori urbanistici decennali, firmati da Marcello Vittorini almeno 30 anni fa, prevedevano la fine (o almeno discrezione) dello sfruttamento del territorio perimetrale di Ravenna a fini edilizi-speculativi.
Il meccanismo regolatore della rendita fondiaria della “cintura verde” era semplice (scusate la grezza esemplificazione): ogni 10 parti di terreno edificabile che si lascia a verde (anche incolto) o viene ceduto alla pubblica amministrazione o a terzi per fare scuole, giardini, centri culturali, luoghi di culto, insomma spazi pubblici o di pubblica utilità, viene compensato con un decimo di consistente edificabilità nella zona della Darsena (o giù di lì). Area in dismissione che nei prossimi decenni dovrà essere riqualificata. Questo il progetto normativo. Nonostante fosse stato cucito ad hoc per gli allora tenutari delle aree in questione (le cooperative Cmc, Iter, Acmar e altri possessori di terreni), il disegno di Vittorini non era male, anzi profetico, visto che puntava più che a nuove edificazioni su ex terreni agricoli in riconversioni di ex aree urbane o industriali. Purtroppo non è andata così, almeno nel comparto sud-ovest della città, attorno alla circonvallazione interna che va da viale Allende a viale Galilei. Della prefigurata “cintura verde”, da quelle parti lunga 5 – 6 km, si scorge ben poco: qualche giardino e orto, una chiesa, una scuola, la caserma dei Carabinieri (Cinemacity?). Tuttavia, scorrono lunghe teorie di palazzoni, palazzotti, villini e villette, spesso di mediocre fattura architettonica. Ora, il Parco Baronio ricompensa questa insensata cementificazione e ci fa ben sperare che si rispetti la tanto sbadierata “cintura verde” anche dove la frenesia edificatoria non è arrivata per crisi conclamata: intorno all’asse di viale Europa, nella parte terminale della Romea Nord e nel lungo asse, ancora fortunatamente incontaminato, della circonvallazione Nord, fra il villaggio San Giuseppe e via Faentina. Da queste aree ancora preservate dal mattone potrebbero nascere altrettanti parchi urbani (un po’ di alberi, qualche sentiero, piste ciclabili, pozze d’acqua…). Se oggi come comunità non ce lo possiamo permettere lasciamole incolte o coltivabili… Pragmaticamente è il momento buono per allacciare la “cintura verde” definitivamente, visto che ci sono ancora in giro migliaia di appartamenti invenduti e chissà quando, da scatole vuote, diventeranno la casa di qualcuno…
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