Ok, sono passati diversi giorni, tutti ci hanno riso sopra, sindaco compreso. E in effetti la cosa fa anche ridere: le statistiche sui visitatori della Tomba di Dante (a ingresso, come noto, gratuito) sono realizzate grazie a un custode che conta a occhio, tramite un monitor, le persone che ci entrano. Lo ha confermato anche l’assessore, che per replicare alle accuse di numeri gonfiati (in media circa 1.500 visitatori al giorno) ha detto che sì, in questo periodo magari se ne contano anche solo un centinaio, ma nei ponti primaverili ne entrerebbero anche novemila al giorno (da qui la vignetta qui a fianco di Gianluca Costantini che abbiamo anche pubblicato sull’ultimo numero del nostro settimanale). Ecco, alla luce di tutto questo, la prima considerazione che ci viene da fare è: chissenefrega dei dati degli ingressi alla tomba di Dante, dato che già abbiamo la possibilità di calcolare quelli ben più pesanti (dal punto di vista dell’indotto economico) delle presenze turistiche, in effetti. La seconda è: ma davvero un Comune, un ente istituzionale, può permettersi di fornire dati di questo tipo, mettendo sullo stesso piano i biglietti a pagamento degli altri monumenti ravennati con quelli degli ingressi contati a occhio da un custode tramite un monitor, che risultano così essere oltretutto addirittura più di un terzo del totale, e cercare in questo modo di dire che sì, in fondo poi non è andata così male con i turisti quest’anno? E poi, dopo che viene criticato, può semplicemente riderci su? Secondo noi no, secondo noi ora sarebbe meglio almeno non tirarli più fuori quei dati, non parlarne semplicemente più, come succedeva in passato…
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