«Se non venite allo stadio in 3mila persone siete ridicoli». Lo diceva Sergio Aletti neanche un anno fa, poco dopo aver acquistato (si fa per dire) il Ravenna Calcio dalle mani di Gianni Fabbri. Lo diceva ai tifosi nel corso del suo Ravenna Pride, come lo aveva ribattezzato, una sorta di presentazione in cui si era lasciato andare a vari tipi di proclami assicurando che avremmo festeggiato tutti insieme il centenario della società giallorossa nel 2013. Poi, come noto, di Aletti si sono invece perse le tracce, tribunali a parte, e dopo una stagione che definire travagliata è poco – tra stipendi non pagati e collette dei tifosi – ieri il Ravenna è retrocesso in Eccellenza, ottenendo il peggior risultato sul campo della sua storia (nella stessa categoria ci era finito anche nel 2001, ma a seguito del fallimento, mentre la Promozione a cui ha partecipato in passato la squadra era comunque la quarta o quinta serie nazionale, non la sesta come invece ora l’Eccellenza). Ecco, la città forse come si è sempre detto non si meritava la serie B, ma neppure Sergio Aletti. Ci sarà una dignitosa via di mezzo?
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