Un errore può capitare, a tutti, come quando si riordina la scrivania e si butta via anche il documento originale. La legge regionale sulla tutela dei dialetti è stata abolita in Regione, in una furia di riordino e pulizia di fine anno dell’assemblea, che stava peraltro approvando anche il bilancio di previsione, in mezzo ad amenità come le «borse di studio per la frequenza ai corsi dei Collegi del Mondo Unito» o quella del 1988 sugli interventi della Regione per il consolidamento dei collegamenti ferroviari, stradali e idroviari con il porto di Ravenna (ma siamo sicuri che anche questa non fosse il caso di lasciarla in vita?). Per la precisione l’abrogazione della legge sul dialetto compare tra l’abrogazione di quella per la Celebrazione del 50esimo anniversario della Resistenza e della Liberazione e quelle del bicentenario del tricolore. E nessuno, pare di capire, tra i consiglieri regionali evidentemente oberati di lavoro, se n’è accorto. Ora però l’assessore alla Cultura ha promesso un tavolo per ridiscuterne e trovare modalità di azione efficaci a tutela di questo bene linguistico unico e a rischio estinzione. Siamo fiduciosi, su. Un errore può capitare a tutti, a volta basta ammetterlo. E, soprattutto, l’importante è che, come si dice, la pezza non sia peggio del buco.
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