Negare la cittadinanza italiana a una persona che ne ha tutti i requisiti - e che peraltro non gode di altra cittadinanza - perché una volta, a ventisei anni, è stato trovato con un tasso alcolemico di poco superiore a 1 nel sangue, adducendo tra i motivi che questo dimostrerebbe come il richiedente non sia sufficientemente “integrato” è qualcosa che va oltre la semplice ingiustizia, sfiora un paradosso che, se non fosse tragico, sarebbe comico. Perché a guardare i bollettini delle forze dell’ordine dopo i controlli dei week-end non c’è contravvenzione più diffusa tra gli italiani nati tali. E perché davvero non si capisce come negare la cittadinanza a una persona che vive in Italia, e continuerà a viverci, possa contribuire anche in una parte infinitesimale non solo a renderci, ma anche solo a farci sentire più sicuri. E pensare che la sicurezza era una priorità assoluta del governo. Adesso la priorità è un’altra, per fortuna che la strategia pare la stiano dettando da Bruxelles.
Condividi