Una notte di mezza estate

C’erano quattordici persone che avevano avuto incarichi in un consorzio per i servizi sociali e uno alla volta alzavano la mano e dicevano: «Io sono indagato e non mi vergogno a dirlo». C’era un anziano consigliere comunale di opposizione che per una volta smetteva di dire che lui l’aveva detto e diceva: «Stiamo a vedere se sono colpevoli di qualcosa». C’erano un po’ di avvocati che invece di nasconderli i documenti li tiravano fuori e dicevano: «Ecco, guardate e valutate». C’erano dei cittadini che una volta tanto si sforzavano di capire che è roba grossa anche se non riguarda parcheggiatori neri e dicevano: «Vogliamo sapere, perché quelli erano soldi anche nostri». C’erano dei partiti di maggioranza che non si nascondevano dietro la solita frase: «Ma qui da noi i servizi funzionano bene». C’era una procura che informava i giornalisti dicendo: «È giusto che la gente sappia». Poi all’improvviso ci siamo svegliati e c’era solo un gran pasticcio molto ravennate. Era solo un sogno.

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