Una roba da matti, anzi da donne

Il sindaco, un prete, due dirigenti: quattro uomini per inaugurare un asilo nido. Non è bellissimo? Finalmente anche gli uomini si occupano davvero di famiglia. Forse hanno figli loro stessi (eccetto il prete, of course) e sanno cosa vuol dire conciliare famiglia e lavoro, Ravenna come la Svezia: l’infanzia non è più una faccenda da donne. E le pari opportunità sono un traguardo consolidato. Chissà, forse nel fatidico 2019. Perché per il 2010, l’unica ragione per cui in quel frangente erano tutti uomini è per la silenziosa protesta delle due assessore donne, rispettivamente all’infanzia e alle pari opportunità - coloro che avevano lavorato all’apertura del nido insieme ad altre donne delle varie aziende coinvolte - che non hanno ritenuto opportuna la presenza del prete a benedire la struttura per una questione di principio: il nido è pubblico e laico. E la Curia non era tra i partner del progetto. Roba da matti, rinunciare ai propri “cinque minuti di notorietà” per una questione di principio. Proprio una roba da donne.

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