Potrebbe proporre un regolamento comunale con un dress code specifico: un codice di abbigliamento per tutti, dai consiglieri comunali agli assessori e su fino al sindaco. Al coordinatore provinciale del Pdl, Alberto Ancarani che ha dichiarato guerra da Facebook allo stile di Martina Monti giudicato irrispettoso del ruolo ricoperto, basterebbe fare una telefonata alla collega di partito Nicole Minetti, ex consigliere regionale in Lombardia, e farsi mandare una copia del regolamento che al Pirellone obbliga a indossare giacca e cravatta per gli uomini e abiti poco sgargianti per le donne: a Milano infatti la regola è rigida – ieri un grillino si è preso pure una tirata d’orecchie perché aveva solo un maglioncino – e venne approvata poco più di un anno dopo vari episodi come la consegna in aula a Minetti di una maglietta con la scritta “Finché non vedo non credo” da parte dell’allora presidente del gruppo Idv come provocazione riferita alla tshirt indossata nei giorni precedenti dall’ex igienista dentale e soubrette per le strade di Milano: “Senza tshirt sono ancora meglio”. Ma anche in Aula il look di Nicole non era sempre stato proprio… thatcheriano.
