Chiara Lagani di Fanny & Alexander parla di Addio fantasmi, di cui ha curato la drammaturgia. Lo spettacolo – che debutta il 12 luglio al teatro Alighieri per Ravenna Festival – è tratto dal celebre romanzo di Nadia Terranova

Nel 2022 la compagnia ravennate Fanny & Alexander, fondata da Chiara Lagani e Luigi De Angelis, compie 30 anni. Un traguardo importante, che conferma la qualità e il successo della continua sperimentazione artistica che da sempre contraddistingue i nostri. Dopo The Garden, il Ravenna Festival ospita un’altra produzione della compagnia: Addio fantasmi, spettacolo di prosa tratto dall’o- monimo romanzo di Nadia Terranova pubblicato nel 2018 da Einaudi – in scena il 12 luglio, in prima assoluta, al teatro Alighieri. Ne abbiamo parlato con Chiara Lagani che di questo spettacolo ha curato la drammaturgia e i costumi, mentre Lugi De Angelis la regia.
Chiara, cosa ti ha fatto scattare l’interesse per il romanzo di Nadia Terranova?
«Seguo da tantissimi anni Nadia, e l’ho sempre trovata non solo una grande narratrice, ma anche una geniale studiosa di letteratura per l’infanzia. Addio fantasmi mi ha subito colpito per la qualità della scrittura: riesce ad arrivare a un pubblico ampio mantenendo una grande raffinatezza. Il romanzo è autobiografico, ma alla maniera delle grandi narratrici. Non si tratta di auto-fiction, che ormai è diventata una tendenza; la Terranova inventa una storia da letterata e riesce a raccontare qualcosa di personale. Anche se non la conosci si capisce che c’è un attrito interessante fra ciò che racconta e ciò che ha vissuto. Questo mi colpisce sempre nelle opere: è ciò che cerco quando leggo».

Com’è nato il progetto?
«Pierfrancesco Pisano, di Infinito produzioni, mi ha chiesto di lavorare su un testo contemporaneo da proporre alle attrici del suo gruppo, e io ho subito pensato a questo romanzo. È stata una scelta istintiva. Poi il progetto, a causa del Covid, si è fermato, e finalmente adesso lo riprendiamo, con un gruppo bellissimo e intrigante, che mette assieme tante vocazioni. Con noi ci saranno Anna Bonaiuto, una vera regina del teatro, e Valentina Cervi, che ha avuto tante esperienze al cinema e in televisione. Lavorare mescolando i linguaggi può portare sorprese per tutti. Mi piace mettere alla prova la mia identità e farmi spostare. È stato così anche con Elio Germano e con Chiara Francini».
Di che cosa parla il romanzo?
«È la storia di una donna alla ricerca delle sue origini. Ida vive a Roma, ma viene da Messina. Un giorno la madre la richiama per avere un aiuto: la casa dev’essere ristrutturata. Ma questa richiesta è un pretesto, naturalmente. Alla base di questa chiamata c’è un’eredità pesante, che nessuna delle due è stata in grado di risolvere: il padre di Ida è scomparso. Un giorno è uscito di casa e non ha più fatto ritorno. Questo ha creato fra loro una convivenza simbiotica, morbosa: un conflitto spesso esasperato, violento, ma anche dolce, contraddittorio, che non si è mai ricomposto. Si tratta insomma di metabolizzare un rito inconsumabile, di arrivare a una catarsi. L’Addio fantasmi del titolo è appunto la rielaborazione di quelle “presenze assenti” dell’infanzia che non lasciano più sviluppare il presente».
Come si elabora un fantasma? Forse è il compito del teatro.
«Dici bene, in teatro facciamo questo: ci sforziamo di dar corpo ai fantasmi. Fantasmi incancellabili che abiteranno sempre dentro di noi. C’è una bella scena, che cito in questa riduzione, dal film Fanny & Alexander di Bergman, che ovviamente ci è molto caro. Alexander, andando a vedere le marionette di Ismael, incontra il padre morto, che glielo dice apertamente: “Sono morto, ma mi è im- possibile abbandonarvi. Sono sempre con voi”. Il teatro fa sì che le ombre ritrovino momentaneamente un corpo. Non si tratta di dissipare i fantasmi, questo non è possibile, ma di imparare a incontrarli, ad accettare la loro presenza».