martedì
24 Giugno 2025
Rubrica Letti per voi

Con Avoledo non si può sbagliare

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Tullio Avoledo è una sicurezza. I suoi romanzi sono potenti; la sua scrittura ha una limpidezza che mostra quanto abbia lavorato per dare l’impressione di essere “semplice”; e ogni tappa del suo scrivere è la dimostrazione di come il cosiddetto “genere” sappia raccontare l’attualità con precisione e meglio di altre scelte narrative. Senza dover rinfocolare il dibattito inutile su cosa sia letteratura e cosa no.
In Come si uccide un gentiluomo (Neri Pozza, 2025) l’autore lancia nuovi personaggi, l’avvocato Vittorio Contrada e la socia Gloria Almariva; non sono più malleabili di Sergio Stokar e Marco Ferrari, ma si muovono nel mondo della finanza internazionale e della speculazione. All’inizio della storia sembrano spinti da scopi diversi: la volontà di risarcire almeno un po’ un amico fregato sul lavoro, da un lato; lo slancio ambientalista dall’altro. In realtà l’obiettivo è identico: ristabilire la realtà delle cose ed evitare altri scempi.

Tullio Avoledo mette in campo tutta la propria competenza in fatto di trame, colpi di scena e misteri: un ex socio del padre di Contrada viene spinto sotto le ruote di un tram poco dopo aver lasciato una valigetta nello studio dei due avvocati (nella targa ce n’è anche un terzo, Fuentes che però… non esiste). La ventiquattrore è l’innesco per una catena di violenze, non solo fisiche, che dovrebbe coprire il malaffare di una società, Exofram, attorno a una centrale idroelettrica in Friuli. Ed è la splendida regione di frontiera ad assumere il ruolo di nuovo personaggio, per la cui salvaguardia ambientale si batte un curioso gruppo di quasi terroristi “buoni”, che vuole mettere in sicurezza un affluente del Tagliamento; qui il richiamo alla realtà è esplicito.

Così Contrada, Almariva e gli alleati quasi partigiani devono venire a capo di un numero alto di intrighi e misteri, rischiando la vita in più occasioni. Comprese le intromissioni di società straniere, qui cinesi, negli affari italiani. Poi ci sono l’amore e il sesso, le passioni, le menzogne e le invidie dei colleghi, come solo l’ambiente dei cosiddetti colletti bianchi sa scatenare e mescolare.
La propensione per i “mondi paralleli” resta, nella misura in cui (per dirla come Oreste del Buono) la realtà di oggi ha sfumature più preoccupanti di quello che siamo in grado di conoscere davvero. Infine, ancora una volta, Avoledo riesce a spiazzare i lettori con una spiegazione perfetta e inaspettata; e con un gioco di prestigio quasi alla Agatha Christie.

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