giovedì
23 Ottobre 2025
Rubrica Letti per voi

Dino Buzzati diventa anche un fumetto

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TartaDino Buzzati è stato uno fra i maggiori autori del fantastico italiano del Novecento. Giornalista e pittore, pubblica il primo romanzo nel 1933, “Bàrnabo delle montagne”, seguito da “Il segreto del bosco vecchio”: già in questi lavori fanno capolino alcune costanti tematiche: l’inesorabilità dello scorrere del tempo, la ricerca del senso della vita e, soprattutto, la convinzione di come si possa raccontare la realtà con i filtri del surreale e del “magico”. Così, nel 1940, pubblica con Rizzoli, “Il deserto dei tartari”; grazie ai buoni auspici di Leo Longanesi, che gli consiglia di lasciar perdere il titolo originale, “La fortezza”.
La storia del sottotenente Giovanni Drogo, nell’avamposto ai confini del mondo, è oggi un punto di riferimento nella letteratura, non solo in Italia (Le Monde, stilando la classifica dei migliori cento romanzi del secolo, lo piazza al 29esimo posto). Ha avuto versioni e citazioni cinematografiche, omaggi letterari e musicali.

Non poteva quindi mancare una rilettura a fumetti, pubblicata qualche mese fa da Sergio Bonelli Editore, in un volume cartonato di grande dimensione, con la sceneggiatura di Michele Medda e i disegni di Pasquale Frisenda. Gli autori hanno scelto la strada del bianco e nero ad acquerello, creando una meraviglia per gli occhi; e l’interpretazione visiva funziona anche per le molte pagine senza dialoghi, con inquadrature che si allargano o si restringono per aumentare la tensione narrativa. Il tema dell’attesa di un “nemico”, che potrebbe non arrivare mai, si allarga e diventa respiro di lettura e di visione, emozionando come il romanzo di Buzzati. Così la fortezza Bastiani seduce non solo Drogo e altri personaggi del romanzo, ma anche chi legge e ne segue il profilo, su fondali neri o del bianco accecante della neve. Pagina dopo pagina i disegni fanno capire perché e come si possa rinunciare a tutto ciò che rende una vita “normale”, amore compreso.

Dino Buzzati avrebbe di certo apprezzato questa rilettura del suo romanzo: appassionato di fumetti (leggeva Diabolik e amava Paperino) si può considerare il primo a realizzare un’opera che i catalogatori compulsivi chiamano graphic novel: “Poema a fumetti”, edito da Mondadori nel 1969. In 208 tavole a colori, copertina compresa, si ricalca in chiave moderna il mito di Orfeo ed Euridice. Il cerchio si chiude e, per fortuna, la favola della letteratura e dei fumetti continua.

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