mercoledì
30 Luglio 2025
Rubrica Letti per voi

Giuliano Pasini tra incubi e indagini

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Ognuno, dentro, ha i propri mostri; il più delle volte si riesce a governarli, esorcizzarli, chiuderli nei cassetti della mente. Però loro spingono per uscire e, spesso, fanno capolino nei sogni. Ma può capitare che i sogni si materializzino, divengano solidi come la realtà; fino a mettere il dubbio su quale sia davvero, la realtà.

L’estate dei morti (Piemme), nuovo romanzo di Giuliano Pasini, mescola incubi personali e popolari, così potenti da ingannare e frenare le indagini del commissario Roberto Serra e dell’agente Rubina Tonelli, nel microcosmo di Case Rosse, sull’Appennino emiliano. C’è una morte antica, quella di Sibilla, una ragazzina inghiottita dal “pozzone”, uno stagno oscuro in mezzo al bosco dove si racconta viva la Borda; una presenza misteriosa e crudele, radicata nelle tradizioni emiliane e romagnole. Sibilla riappare, vent’anni dopo, per avvisare la polizia: dice a Rubina, al telefono: in un casale abbandonato sono stati uccisi due uomini.

È così, con l’aggravante che, chi ha tolto loro la vita, ha infierito sui corpi in modo selvaggio. Poi Sibilla scompare di nuovo, forse inghiottita dal bosco. Un luogo sempre più cupo, nel quale vive una “stria”, che adorna gli alberi di figure realizzate con stracci e gusci d’uovo; è la madre di Sibilla, che non si dà pace per quella tragedia. Ma i mostri non sono questi; gli incubi si manifestano piuttosto con la Danza che travolge Serra da quanto era adolescente, e che gli fa vedere proiezioni di eventi e fantasmi; neppure sedata dall’alcol (e il commissario sta cercando di non bere più). E sono quelli che non riesce a sconfiggere Rubina, neppure quando si autoinfligge ferite da taglio e sofferenze, o si scatena con le proprie amanti, fin quasi a violentarle. Eppure, proprio attraversando quelle pene, la coppia riesce a capire cosa sia successo nel casale dell’orrore, nel bosco e nel pozzone.

L’estate dei morti è una nuova stazione nella particolare via Crucis di Roberto Serra, per la seconda volta affiancato dalla pericolosa e fragile Rubina. Il commissario non è ancora arrivato alla resurrezione ma, come dire, ci sta lavorando. Ovvero lo fa l’autore, che ancora una volta presenta una serie di personaggi veri, sanguigni, spaventati e coraggiosi; crudeli e senza morale; in uno scenario altrettanto vivo e reale. Giuliano Pasini sa scrivere la paura e sa essere ironico; sa raccontare l’amicizia, anche quando è dura, contadina si potrebbe dire. Sa gestire la tensione, calibrando la storia in capitoli brevi. E alla fine fa capire che i suoi personaggi possono tornare. Per fortuna.

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