Per la seconda volta consecutiva il consiglio di lettura riguarda una pubblicazione periodica e un genere letterario in apparenza minore, il cosiddetto action thriller, come declinazione dei romanzi di spionaggio. L’unica collana italiana di riferimento è la mondadoriana “Segretissimo”, in edicola dal 1961.
Il fascicolo extra numero 33 riporta ai lettori la coppia di mercenari Nero&Zagara, creati nel 2019 da Scilla Bonfiglioli; questo terzo episodio della saga, “Le rondini di Tel Aviv” e spinge ancor di più l’acceleratore nell’analisi geopolitica di quella parte di mondo devastata da guerre, speculazioni, intrighi e morti.
Nero, che recupera il proprio vero nome, Nouri Aslan (ma è molto più feroce del leone delle “Cronache di Narnia”), torna in scena senza un occhio e con le gambe che non si muovono, dopo le torture subite nella storia precedente. È un rottame, soprattutto dentro; e soprattutto perché non può rispettare il patto con il Nido, luogo mitico e straordinario dove vengono addestrate le migliori… assassine del mondo, appunto le Rondini di Tel Aviv. Il testimone passa a Zagara, che si trova da sola: il compagno la lascia per provare a ritrovare sé stesso, con le sue pistole Heckler&Koch. Entrambi devono scontrarsi con un nemico di potenza inimmaginabile, da far impallidire persino la Spectre di James Bond: l’organizzazione Gāzi-Azam; che utilizza killer donna, cui è imposto, a tutte, il nome Kijo, in giapponese “il volto del dolore”, anche nell’accezione di “compostezza”.
Non conviene svelare gli intrighi e i tradimenti; salvo ricordare il ruolo criminale dell’ex agente della Cia, Oscar White. I colpi di scena, i combattimenti, la descrizione del dolore vanno scoperti pagina dopo pagina, trascinati da una scrittura sempre più precisa ed efficace. D’altra parte Scilla Bonfiglioli è scrittrice a tutto tondo, in grado di analizzare e descrivere la pazzia come pochi altri, un esempio è il bellissimo “La sposa del vento”, sulla vita di Oskar Kokoschka (Fazi Editore, 2024); di ricostruire la Storia (ad esempio “La bambina e il nazista”, scritto con Franco Forte, ma non solo); di imbastire gialli di grande potenza (ha vinto ad esempio il premio per il miglior racconto a Cattolica nel 2018). Il romanzo è minuzioso nei riferimenti ambientali e geografici, e aggiunge omaggi preziosi: Nero legge, quando può, “Il dio del deserto” di Wilburn Smith, dedicato a una dinastia di faraoni egiziani.
Non bastasse, è fra le amiche più care di GialloLuna NeroNotte. Che dire, di più?