Ho incontrato Corto Maltese nel1967, d’estate, sulle pagine del mensile “Sgt Kirk” edito dal genovese Florenzo Ivaldi; l’ho seguito in giro per il mondo, facendo perno in ogni caso, in Corte Sconta, a Venezia, con salti indietro nel tempo per scoprire la sua giovinezza, quando incontra Rasputin, disertore dell’esercito russo, grazie a Jack London, reporter e scrittore in erba. L’ho salutato sull’isola di Mu, insieme a Levi Columbia, in uno fra i finali più poetici della letteratura disegnata.
Le grandi saghe possono anche chiudersi, alla morte del loro autore. Ma i miti sopravvivono, così, tre lustri dopo Mu – La città perduta, due autori spagnoli, Juan Diaz Canales e Rubén Pellejero, tentano di raccogliere l’eredità di Hugo Pratt, con tre storie “filologicamente corrette” (se così si può dire). I parametri spaziali e temporali sono analoghi, gli slittamenti nel fantastico hanno il ricordo dei profumi dei Caraibi.
Il mio viaggio avventuroso poteva continuare almeno un po’, nonostante l’età. Oggi, la presunta trentatreesima avventura di Corto Maltese ha fatto arenare la giunca: sono sceso a terra. Corto Maltese – Oceano nero di Martin Quenehen e Bastien Vivès (Cong Edizioni) mi ha lasciato l’amaro in bocca.
Un momento: è un’affascinante avventura di terra e di mare, in bianco, nero e grigio, con un pirata alla Julio Iglesias, signore romantico e dai lineamenti vagamente femminili, che la produzione ha chiamato Corto Maltese. Ci sono tesori perduti, leggende centroamericane, donne affascinanti, che il protagonista ama in modo esplicito, non solo ideale (come è successo al Corto Maltese originale con Pandora).
Quindi, se non si è avuto un Appuntamento a Bahia né si è incontrata la Fata Morgana, Oceano nero è un ottimo fumetto, che richiama le atmosfere di David Mazzucchelli, e che può aprire una serie interessante. Questo se si potesse definire il personaggio come il… nipote del marinaio di Malta.
Decine di personaggi, disegnati e no, sono sopravvissuti ai creatori, grazie alla creatività e alla cura di nuovi autori. Basti pensare a Sherlock Holmes o a Tex Willer. Ma come vedreste Aquila della Notte in sella a un’Harley Davidson, con un cappellino da baseball, “sulle strade della California”?
Il tema è questo e il mio scetticismo trova lì le proprie basi. Questo Corto può piacere; io, invece, torno a Malamocco; dove qualcuno di certo suonerà un tango.