Janet Evanovich, un’autrice da 45 milioni di copie assolutamente da riscoprire

Janet

Il consiglio di lettura di questa settimana è un invito alla (ri)scoperta di un’autrice che ha venduto 45 milioni di copie nel mondo, ma che in Italia non viene più tradotta da dieci anni; incrociata grazie ai consigli del libraio Matteo Diversi. Alcuni titoli si trovano tranquillamente, senza passare dalle librerie “antiquarie” o dalle piattaforme per libri usati. L’editore Salani ha ancora in catalogo i primi otto titoli.

Janet Evanovich, classe 1943, ha esordito nella seconda metà degli anni Ottanta con una serie di romanzi rosa, che firma come Steffie Hall. Dopo alcuni romanzi, Janet inizia a inserire scene d’azione, diminuendo quelle d’amore, di sesso o umoristiche. I suoi editori non sono d’accordo e Janet “stacca” per un anno e mezzo e arriva al progetto con protagonista una cacciatrice di taglie, Stephanie Plum. L’esordio, One for the Money è del 1994 e arriva in Italia tre anni dopo, grazie a Sperling & Kupfer con il titolo Tutto per denaro. La traduzione fa perdere la caratteristica dei romanzi della serie: ognuno infatti ha al centro un numero (la serie è arrivata al 26 con Twisted Twenty-Six del 2019, inedito in Italia). Recupera lo stile originario l’editore Salani, con la nuova traduzione del primo, che intitola Bastardo numero uno (2007). L’ultimo romanzo uscito è appunto Otto volante, edito sempre da Salani nel 2013 (Hard Eight).

È un peccato che non si sia più proseguito, perché Stephanie Plum, all’inizio una ragazza disoccupata, sexy e all’apparenza svampita, è un personaggio chi richiama i grandi dell’hard boiled school; ed è cugina di un’altra investigatrice privata statunitense di qualità, Kinsey Millhone di Sue Grafton, protagonista della bella serie “L’alfabeto del crimine” (nei titoli c’è sempre un elemento legato ai delitti, proposto in ordine alfabetico; il primo è A is for Alibi, del 1982; l’autrice è arrivata alla Y, del 2016, è morta a fine dicembre del 2017).

Bastardo numero uno è scoppiettante, scorre alla stessa velocità con cui vanno le auto lungo le “route” Usa; ma non dimentica i problemi della società: ad esempio il machismo e la violenza sulle donne. Stephanie qui deve acchiappare l’affascinante Joe Morelli, con il quale ha avuto trascorsi bollenti da ragazzina, che è diventato poliziotto, ma è accusato d’omicidio. Restando un maledetto “figo”. Ma ha a che fare con un assassino che trova piacere nel violentare e torturare le donne che osano dirgli di no. L’azione si svolge a Trenton, un piccolo centro del New Jersey con appena novantamila abitanti; le descrizioni di strade e palazzi, del caldo che scioglie l’asfalto; delle ragazze che passeggiano in top e mini short sono, in realtà, quasi cinema. Va da sé che Evanovich non abbandona del tutto le proprie origini, e lascia un pizzico di rosa a stemperare il nero e il giallo della trama.

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