Lasciamoci stupire da Tullio Avoledo, sull’orrore della guerra

Cover Tullio

Sergio Stokar è un ex poliziotto durissimo, “sceriffo” in un quartiere degradato, “le Zattere”, va in punizione ai Caraibi, e risolve altri casi criminali. Marco Ferrari ha lasciato anche lui la polizia e, in Germania, è diventato uno scrittore di successo. Due personaggi complessi e duri, creati allo scrittore Tullio Avoledo, e protagonisti di romanzi a sé stanti. Ne I cani della pioggia (Marsilio, 2023) i due si trovano insieme; il primo deve aiutare il secondo, a pagamento, quasi fosse un contractor, a ritrovare la compagna Magda, scomparsa ai confini tra Ungheria e Ucraina, dove è arrivata per un servizio fotografico.

Dalla fantascienza mescolata a noir e thriller, Tullio Avoledo passa all’attualità, offrendo una visione realistica, di parte, del terribile conflitto in atto in quel quadrante d’Europa. Forse il primo caso del genere, in Italia. Dai mercenari della Wagner, ai soldati “regolari” di entrambe le nazioni; fino ai volontari delle Ong e dei gruppi umanitari, nessuno si salva in questa storia di guerra, di invasione e di violenza; e nelle pieghe di questo strazio, c’è chi riesce a mettere in atto anche un commercio inumano di bambini (non per mangiarli, per fortuna). Che qualcuno della stessa nomenklatura putiniana vuole fermare.

Stokar ha alzato il proprio livello di disillusione e amarezza, non è più ironico ma sarcastico; ed è violento come il mondo che deve attraversare, quasi senza speranza. Ferrari vuole salvare la propria compagna, e forse riscattare se stesso, che ha abbandonato le ricerca della giustizia, per vivere di scrittura e di finzione. Per riscoprire quanto la realtà sia dura e spietata. Avoledo racconta di torture e stupri, senza alcun compiacimento ma con lo sguardo addolorato e dolorante dell’autore che può intervenire raccontando la verità, anche se in forma di romanzo. E lo fa con una scrittura fluida, usando la prima persona, con la voce di Marco Ferrari, l’unico che pare avere un briciolo di speranza nel futuro. In realtà il protagonista è lo scorretto e duro Sergio Stokar che ha in ogni caso la coerenza morale degli eroi che sanno sporcarsi le mani per arrivare alla “loro” giustizia.

I cani della pioggia non è un romanzo rassicurante e spiazza il lettore da un capitolo e all’altro, epilogo compreso. Vale la pena farsi stupire ed essere, in alcuni passaggi, anche irritati. È la dimostrazione della forza della letteratura.

 

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