L’Incal, un gioiello in un futuro distopico

Incal ZoomedFondere fantascienza e hard boiled non è facile. Tanto che verrebbe da chiedersi se abbia senso farlo; e in molti casi non l’ha avuto. Poi ci sono le eccezioni: Blade runner, ad esempio. Rick Deckard non è quasi Marlowe? Che poi abbia il nome del protagonista di Casablanca è una doppia citazione eccellente: il miglior attore di film hard boiled è stato sicuramente Humphrey Bogart. Appunto. Ma negli stessi anni del film di Ridley Scott, esattamente nel 1981 (quindi un anno prima del film) arrivò in edicola uno fra i capolavori della Nona Arte che riusciva a miscelare fantascienza, visioni surreali e thriller, Les Aventures de John Difool, meglio conosciuto come L’Incal. Il gioiello di Alejandro Jodorowsky (regista, scrittore, poeta e un sacco di cose ancora) e Moebius oggi viene riproposto dall’Editoriale Cosmo, in formato album a 3,90 euro in una serie ovviamente “chiusa” per 6 numeri mensili. Il plot è decisamente da giallo made in Usa: un detective privato “di classe R” (quindi, come dire, non proprio eccellente), che si muove in un futuro distopico, molto simile a quello del film Il quinto elemento di Luc Besson, viene assunto da una biondissima/bellissima/ricchissima come guardia del corpo. Niente andrà come deve e John, con Deepo, il suo curiosissimo collaboratore, una specie di pterodattilo in miniatura, bianco (che si mette anche a parlare), dovrà affrontare le situazioni più allucinanti e allucinate. Un intrigo metafisico che parafrasa lo scontro manicheo fra Male e Bene, rappresentati da archetipi dell’energia: l’Incal nero e l’Incal Luce. La serie nasce da una precedente collaborazione tra i due artisti. Si erano conosciuti per dar vita alla versione cinematografica, in 70 mm di Dune, progetto fallito prematuramente. Gran parte dello script fu recuperato e riutilizzato proprio per l’Incal. Moebius, al secolo Jean Giraud, dopo il miracolo di western “europeo” del tenente Blueberry (che firmava con la sigla Gir), con John Defool prosegue la propria avventura nell’immaginifico, avviata con il suo personaggio più celebre e amato, Arzach e con la storia Il garage ermetico. Immagini straordinarie, inquadrature che anticipano molto cinema successivo. E la messa in scena della lotta fra Male e Bene, in stile hard boiled. L’Incal è stato pubblicato in Italia per la prima volta pochi mesi dopo il debutto francese, per altro sull’edizione italiana della stessa, mitica rivista, “Metal Hurlant” (a partire dal numero 2, nel giugno 1981).

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