Il magico mondo di Sanaka Hiiragi

Sanaka

La letteratura fantastica, in Giappone, vanta una tradizione lunghissima e, cosa più importante, viene accolta da sempre con la stessa considerazione di qualsiasi altra “forma” narrativa. Non come in Italia, insomma. Nella torbida estate che, pare, sta dissolvendosi, Feltrinelli ha mandato in libreria un bell’esempio di questo genere: Il magico studio fotografico di Hirasaka, di Sanaka Hiiragi (traduzione di Gala Maria Follaco).

Il romanzo ha l’incipit e la struttura della serie Twilight Zone; e i “confini della realtà” che l’autrice tratteggia sono quelli molto più vicini alla traduzione letterale della definizione: una zona del crepuscolo, quella fra l’ultimo attimo di vita e la morte. E lì, in mezzo a qualsiasi ambiente si possa immaginare, c’è lo studio fotografico di Hirasaka, un omino che sembra senza passato, e che non ha ancora attraversato la soglia dell’aldilà. Sta a lui accogliere le anime, alle quali propone di scegliere una foto per ogni anno della propria vita; e di tornare indietro nel tempo per scattarne un’altra, nuova: l’ultima.

La morte, in Giappone, è considerato un tema affascinante, che viene affrontato con dolcezza e affetto, nella società e dagli scrittori. Così, proponendo tre diversi “passaggi” nell’aldilà, Sanaka rievoca, con cura, l’aldiquà di una ex maestra, di un uomo della yakuza e di una bambina che ha sofferto troppo. Tratteggiando anche la sofferenza del protagonista, ancora in cerca del proprio passato: conserva solo una foto, sbiadita e in bianco e nero, che non riesce a interpretare.

La magia delle pagine trascina al punto da far diventare credibile ogni passaggio, dal viaggio a ritroso nel tempo, alla probabilità che proprio il flusso degli anni si possa fermare; forse modificare. E ci si immerge in una natura “dipinta”, che addolcisce tutti, persino il killer che pare conservare anche dopo la morte il suo essere violento; mentre capisce (forse lo ha sempre fatto) valori di tutt’altro genere. Un romanzo che affascina anche chi non ha particolari sintonie con la cultura del Sol Levante. Anche perché non mancano i gatti, simboli della cultura giapponese per eccellenza. Sanaka Hiiragi è nata nel 1974 a Kagawa, vive a Tokyo e ha una grande passione per la fotografia. Già l’opera con la quale ha debuttato nel 2013 era composta da racconti ambientati in un negozio di macchine fotografiche; la sua bibliografia comprende anche un giallo umoristico con tre ragazze in una scuola di fotografia.

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