Sandrone Dazieri è fra i migliori autori italiani di thriller; alla complessità delle trame, che non lasciano mai spazi vuoti o nodi da sciogliere, unisce una scrittura che affascina, travolge, diverte. Insomma, è sempre difficile smettere di leggere e si pensa: “Ancora una pagina poi smetto”, ma non ci si riesce. È così anche con Uccidi i ricchi (Rizzoli), quarto capitolo della serie con al centro la coppia Colomba Caselli e Dante Torre.
Si parte da Milano, nella Jungla verticale dove ha una suite Jesus Martinez, star del calcio mondiale, diventato imprenditore del fitness. Lì, nella criosauna progettata e prodotta dalla sua azienda, Martinez muore; e non si tratta di un incidente. Così, per strade intricate, diverse e convergenti, l’ex vicequestore Colomba Caselli torna a indagare; sia come investigatrice privata, sia come collaboratrice dei Servizi. Perché Jesus Martinez fa parte di una sorta di club segreto, composto solo da persone fra le più ricche del pianeta, che credono nell’ibernazione come tappa verso una specie di vita eterna. Eppure cadono come mosche, colpiti forse da eco terroristi, forse da un serial killer.
Colomba, come si sa, non può muoversi senza Dante Torre, l’uomo del silo, con il quale ha un rapporto non ancora chiaro (in questa storia subisce anche il fascino di qualcun altro). Uccidi i ricchi, rispettando in modo rigoroso i tempi e le regole del thriller, senza diventare americaneggiante (è un caso che Dante beva molti Moscow Mule?), analizza il mondo di quell’1 per cento di persone che detiene il 45 per cento della ricchezza mondiale.
In questo modo apre una finestra sul possibile futuro dell’umanità, senza fare sconti e con scarso ottimismo; si può dire piuttosto con molto realismo. Poi, sapendo da sempre scrivere di sentimenti e di angosce, patologie e paure, Dazieri fa sbirciare nell’anima dei protagonisti, tanto che si soffre con loro, spesso trattenendo il respiro.
Infine regala piccole perle di scrittura, come questa: «L’operatore del robot attiva l’ariete idraulico. Cornea tira la fettuccia di plastica col tallone. La porta viene sfondata. Bum» (nel testo originale dopo ogni “punto” la frase va a capo). Un’annotazione: la serie, che sembrava doversi chiudere con Il re di denari del 2019, è iniziata nel 2014 con Uccidi il padre. Oggi le vittime del “male” sono i multimiliardari. Come dire: da Edipo alla lotta di classe.