martedì
17 Giugno 2025
Rubrica Letti per voi

Un nuovo caso per il rabbino Silberbaum

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Romanzi della categoria “cozy crime”, con un religioso nei panni dell’investigatore dilettante. Si può catalogare così la serie tedesca Il rabbino e il commissario di Michel Bergmann (Emons: Gialli tedeschi), che ha come protagonisti Henry Silberbaum, appunto un rabbino con la passione per i casi criminali, fascinoso (quasi tombeur des femmes) e sanguigno; e Robert Berking, commissario della polizia di Francoforte.

È uscito da poco il secondo capitolo Non desiderare; il primo, del 2021, si intitola Non uccidere. Intanto una spiegazione: i “cozy crime” sono romanzi che rispettano le regole del giallo, ma con aspetti meno cupi, e dosi variabili di umorismo e sentimentalismo. Per capirci: come la signora in giallo; o il nostro Don Matteo. Se si volesse fare una storia del sottogenere con sacerdoti come investigatori, si dovrebbe partire dalle avventure di Padre Brown (1911) di Gilbert Keith Chesterton, per arrivare ai romanzi di James Runcie, in tivù con la serie Grantchester. Passando da Guglielmo da Baskerville di Uberto Eco e senza dimenticare Don Matteo.

Si sa: nei gialli ci sono molti diaconi, pastori, parroci a caccia di assassini. Che a investigare sia un rabbino, invece, è quasi inedito; bella, quindi, l’idea di Michel Bergmann, che utilizza il personaggio per descrivere il rapporto fra ebrei e “gentili” nella Germania di oggi, raccontando usanze e tradizioni, anche attraverso termini yddish (in calce c’è un ampio glossario, che un po’ rallenta la lettura). Non desiderare ha una trama piena di trabocchetti e strizzate d’occhio: sparisce una nuotatrice di fama mondiale, Galina Gurevitz, giovane e bella; nessuno però si preoccupa di cercarla; anzi: a due settimane di distanza la stessa famiglia non ne ha denunciato la scomparsa. Il rabbi non si capacita e inizia la propria indagine, aiutato dal commissario e ostacolato, ad esempio, dallo stesso marito di Galina. Così fra bar mitzvah e lezioni bibliche, Silberbaum si ritrova in un intrigo internazionale; dove non mancano cadaveri, interessi economici e spruzzate di violenza; senza eccessi, altrimenti il “cozy” va a farsi benedire; il termine significa infatti “accogliente, confortevole”.

Azzeccati gli intermezzi con le chat fra il rabbino e la fidanzata che lavora a New York; e intrigante il finale aperto, in stile film Marvel, con l’accenno a un nuovo caso per la strana coppia (in Germania è già in libreria il terzo romanzo, Strani dei).
Una lettura gradevole, rilassante, capace anche di piccoli colpi di scena, grazie ai protagonisti, perfetti per una serie tivù. Come Padre Brown, appunto.

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