martedì
17 Giugno 2025
Rubrica Letti per voi

Vittorio Giardino fumettista tout court

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L’assassino torna sempre sul luogo del delitto. Per questo il nuovo consiglio di lettura riguarda un magnifico volume a fumetti, “I cugini Meyer” di Vittorio Giardino, nuova avventura del suo personaggio più longevo, l’ex agente dei servizi segreti francesi Maximilien David “Max” Fridman (Rizzoli Lizard). L’altro, l’investigatore privato Sam Pezzo, è uscito di scena nel 1983.

Max vive a Ginevra, ha 40 anni, vive con la figlia, Ester; e ha un passato non proprio chiaro. Le sei avventure di cui è protagonista si svolgono tutte nel 1938; da febbraio, quando si ritrova a dover indagare su strani omicidi messi a segno a Budapest (“Rapsodia ungherese”, 1982); poi in un’estate drammatica a Istanbul (“La porta d’Oriente”, 1986), fino all’autunno-inverno quando, per cercare un amico che non dà più notizie, attraversa la Spagna devastata dalla guerra civile (i tre volumi di “No pasaràn”, 2000-2008).

“I cugini Meyer” fa tornare indietro nel tempo, all’aprile 1938, nella Vienna appena annessa da Hitler al Terzo Reich; l’Anschluss, che segna l’inizio dell’invasione nazista in Europa. Ma Max non lavora ad alcun caso: rischia tutto per far uscire all’Austria appunto i cugini Meyer; compresa Myriam, che lo ha amato in gioventù, mentre lui ha deciso di sposare un’altra. In realtà Fridman entra in scena nella seconda parte della storia, che inizia con una descrizione accurata e impeccabile delle angherie che le famiglie ebraiche iniziano a subire, famiglia Meyer in primis. Poi arrivano le traversie, gli imprevisti e i colpi di genio del “vecchio” agente segreto.

Vittorio Giardino dimostra ancora una volta la propria maestria nel raccontare quel periodo drammatico e buio, in questo caso alleggerendo appena la struttura narrativa, meno intricata degli episodi precedenti; ma, come sempre, non c’è una virgola fuori posto, o un lapsus. Fin qui lo scrittore; l’artista e maestro della ligne claire poi non ha perso neppure un soffio della propria classe. Tratto, inquadrature, volti, scorci di Vienna, sono perfetti in ogni dettaglio. Un nuovo capolavoro, dunque, di un pilastro del fumetto italiano ed europeo.
Max Fridman è apparso per la prima volta nel numero uno del mensile “Orient Express” diretto da Luigi Bernardi, creatore della casa editrice bolognese “L’Isola Trovata”; era il giugno 1982 e la rivista proponeva solo autori italiani: con Giardino c’erano Berardi e Milazzo, Cavezzali, Magnus, Manara, Micheluzzi, Panebarco, Saudelli, Zaniboni. Una meraviglia.

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