«Quindi cos’è questa storia? Il tuo preside è gay?».
«Mocché gay nonna».
«Beh, lo ha detto anche la televisione».
«No, nonna, non hai capito».
«Mi sembrava così una brava persona, è anche sposato».
«A parte che non vuol dire, se è sposato. E poi, cioè, cosa vuol dire che ti sembrava una brava persona? Perché fosse gay?».
«Vedi mo che è gay…».
«Nonna, il fatto è che qualcuno ha scritto sui muri della scuola Il preside è gay».
«E perché lo hanno intervistato alla televisione allora?».
«Perché ha reagito dando una lezione a tutti i bulli».
«Cioè?»
«Non la farà concellare»
«Beh cos’è scemo?»
«No»
«Allora è gay».
«No nonna, ha deciso di lasciarla lì come “pietra di inciampo per l’intelligenza umana”».
«Cosa c’entrano i marciapiedi adesso».
«Una pietra d’inciampo, cioè, insomma, un po’ come per gli ebrei, l’ha lasciata lì per far capire quanto la gente è stupida a scrivere sui muri che il preside è gay. Ciò che offende, ha detto il preside, non è la falsa attribuzione di una condizione, ma…»
«Frena frena, la falsa che cosa?»
«La falsa attribuzione di una condizione. Ha detto che ciò che offende non è la falsa attribuzione di una condizione, ma il fatto che uno studente l’abbia pensata come a un’offesa».
«…».
«Capito?».
«Ma insomma, è gay?».
«Sì, nonna, è gay».
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