Berlusconi e la “sfiga” della sinistra

“The power of love” è il titolo di una canzone di un cantautore di culto, fuori di testa e lontano anni luce dallo show business, che si chiama Daniel Johnston. “Il potere dell’amore”. Devo dire che mi sono sforzato per non fare questo collegamento mentale quando ho letto il messaggio di Berlusconi agli italiani dopo l’ormai nota aggressione dell?altro giorno. Ma «l’amore vince sempre su invidia e odio» è stato davvero troppo. Così, il mio primo pensiero è andato, non me ne voglia, proprio a Daniel Johnston, così ossessionato, in modo quasi infantile, da sentimenti quali amore e odio. E poi, chiaramente, a milioni di altre canzoni. Ecco, Berlusconi, ancora una volta, ha parlato come una canzonetta. E ciò è illuminante. In questo modo, infatti, riesce davvero ad arrivare al cuore della “gente”. Dalle solite casalinghe (ma esistono ancora?) fino a chi di politica non si interessa nemmeno lontanamente. La sua forza, d’altronde, è sempre stata questa. Così, se tutti questi signori per un attimo si fossero distratti, quanto successo a Milano li avrà sicuramente colpiti al punto che, se avessero potuto, sarebbero strisciati al capezzale del povero Silvio, ora martire e chissà che in futuro non possa diventare anche santo. Non vedo quindi come possa il solito Belpietro scandalizzarsi del fatto che a sinistra si dia ormai per scontato che l’aggressione a Berlusconi gli abbia senza dubbio fatto male (in senso fisico) ma sicuramente anche molto bene (in senso metaforico e strettamente politico). I primi sondaggi parlano addirittura di un aumento dei consensi del 6%. La solita “sfiga” della sinistra, insomma, che si è ritrovata nel giro di poche ore dall’attaccare il premier per i suoi guai giudiziari e le divisioni della maggioranza, al dovergli addirittura esprimere la propria solidarietà, senza se e senza ma e bla bla bla. Perché dire che è stato lo stesso Berlusconi a contribuire al clima di violenza che si respira nel mondo della politica, significherebbe essere davvero insensibili e naturalmente perdere consensi, come pare stia accadendo a Di Pietro. Come se fosse stato lui ad attaccare giudici, criticare un giorno il Presidente della Repubblica e quello dopo la Costituzione, chiamare “coglione” chi si permette di non votarlo e continuare a dare la caccia ai comunisti. Toni, questi, che ora comunque il signor B. potrà anche non utilizzare più, perché - citando Spinoza.it (un blog serissimo, visitatelo) - “per non alimentare il clima di violenza, da oggi Berlusconi avrà sempre ragione”.
P.S. Visto che si tratta dell’ultimo numero del decennio e che per questo pare che ognuno possa fare un po’ come gli pare (vedi le rubriche Absolutely live e Visibili&invisibili di pagina 11), vi lascio nel 2009 con quelli che mi piace considerare un po’ i simboli del decennio in ambito musicale, cinematografico e letterario. Gli anni Zero non sarebbero stati gli stessi, per esempio, senza il coraggio dei Radiohead di Kid A e Amnesiac, le visioni malate di un genio come David Lynch (e del suo Mulholland Drive), la “maturità” di Clint Eastwood (da Mystic River a Gran Torino) e l’opera di David Foster Wallace, che in questo decennio si è purtroppo tolto la vita. Permettetemi poi un accenno a un libro assurdo come Motorman di David Ohle anche se scritto nel 1972 (ma tornato alla luce nel 2004), dal quale prende il nome questa rubrica.

EROSANTEROS POLIS BILLBOARD 15 04 – 12 05 24
CONSAR BILLB 02 – 12 05 24
CONAD INSTAGRAM BILLB 01 01 – 31 12 24