Caro Michele, ti sono vicino

Provate un attimo a mettervi nei panni di Michele De Pascale, 31 anni appena compiuti, segretario provinciale del Partito democratico, alle prese in questi giorni con il casino dei rifiuti e di Hera, e pure candidato a sindaco del centrosinistra alle elezioni di Ravenna. Candidato a sindaco del Pd, certo, ma anche di una serie di liste davvero assurda. E così basta farsi un giro sul web per intuire l’agenda del povero Michele e volergli almeno un po’ di bene. Un giorno incontra i repubblicani: stringe mani, ride per le battute del vicesindaco Mingozzi, viene obbligato a passare una notte al capanno di Garibaldi e a posare con un tricolore per delle orribili foto di rito. Il giorno dopo va da Xic, o Icx, o Cix, o Ics, oppure Ixc, non ricordo, e parla, non si sa bene il perché, di sport, con l’assessore allo Sport uscente che non si sa bene perché dall’Idv è passato all’Ixc e ora chiede garanzie al candidato sindaco su impianti sportivi da realizzare in futuro, o qualcosa del genere. Poi il giorno dopo va da Ravviva Ravenna o Ravenna Viva o Viva Ravenna e dai suoi amici universitari, si toglie la giacca e parla come quel giovane che purtroppo non è mai stato. Dai – si carica – dai che ci divertiamo, dai che facciamo serata a Marina, dai che gli sbirri non ve li mando, dai che facciamo una residenza universitaria, dai che viene anche un po’ di figa, dai! Poi si riprende dalla sbronza per incontrare D-A-N-I-E-L-E P-E-R-I-N-I. Non so se avete presente, Daniele Perini con il suo smoking con cui va solitamente sulle tv locali o sui palchi di spettacoli di beneficenza. Si ricompone, Michele, e parla a un ragazzo in carrozzina, a un mucchio di vecchi che non sanno nemmeno cos’è l’Asp e dice: «Tra il Comune e i bisogni dei cittadini non ci deve essere soluzione di continuità». Nessuno capisce, tutti applaudono. E anche questa è fatta. La parte più dura, forse, resta quella di fingere di essere a capo di un partito di sinistra, ma in fondo poi non è che a quelli di Sinistra per Ravenna, o Ravenna per Sinistra, interessi granché della sinistra. «Ragazzi, tranquilli, vi faccio un assessore e voi potete andare a dire in giro che spostate la barra della giunta, che altrimenti vincono le destre, queste cazzate qui. Siamo d’accordo, tutto come prima, no problem, tutti dobbiamo lavorare». Sembra fatta, ma ora pare ci sia pure l’Idv da incontrare. «Dio santo l’Italia dei Valori? Cosa può volere da me, l’Italia dei Valori? Cos’è l’Italia dei Valori?», si chiede Michele mentre torna a casa, dove l’aspetta un bambino piccolo che non lo farà dormire la notte e la moglie che continua a chiedergli che fine farà suo padre, ora che la Provincia non esiste più. Caro Michele, ti giuro: io ti sono vicino.

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