Come spieghiamo ai marziani
la storia dei dehors?

Ma come spieghiamo, ad esempio ad uno come Moldenke, uno che viene da un altro pianeta, che so, da Marte, ecco, come gli spieghiamo tutta questa storia dei dehors? Beh, innanzitutto bisognerà dirgli che sono la stessa cosa dei padiglioni. E che si tratta, prendiamo la definizione dal sito del Comune, di «strutture chiuse che costituiscono gli spazi annessi ai locali di pubblico esercizio di somministrazione». A questo punto Moldenke si sarà già perso e dovremo tentare di fargli capire che sì, insomma, stiamo parlando di dehors. Tipo quello del Tribeca di via Trieste, che anche chi vive su Marte, ormai, non può non aver notato lungo la strada che porta a Marina. O tipo quello che è stato inaugurato in questi giorni in via Faentina e che è di fatto un container riciclato. Ma allo stesso tempo somiglia anche a quello di via Trieste perché entrambi sono stati realizzati attenendosi al regolamento che disciplina l’installazione dei padiglioni.
Eccoci arrivati al punto più difficile da spiegare ai marziani: è stato necessario fare un Piano per i padiglioni. Lo hanno realizzato degli architetti, dietro pagamento del Comune di circa 60mila euro. La necessità era quella di uniformarli, evitando l’effetto “arlecchino”, si è detto, perché un centro storico come quello di Ravenna non può permettersi di avere gazebo fuori dai locali tutti diversi e rischiare che siano pure brutti. Di questa cosa, ormai, dovete sapere, se ne parla da decenni. Va beh, forse ho esagerato, comunque da tanti anni. Ecco, gli architetti hanno quindi predisposto un progetto di massima per i dehors al quale gli imprenditori interessati a realizzarne dovrebbero attenersi. Piano presentato pubblicamente (mi pare addirittura a teatro) nel settembre del 2008. Un anno dopo, in pratica, il consiglio comunale ha approvato un regolamento che recepiva quelle linee guida. Alla faccia, diranno gli alieni, che però penseranno anche che un lavoro così lungo avrà portato almeno a dei risultati. Il bello, invece, è che finora sono stati realizzati solo i due progetti di cui si parlava all’inizio, mentre è tutto ancora fermo in centro. E perché, ci chiederete giustamente dalla Luna? Semplice, perché alcuni vincoli della Soprintendenza (preferirei non entrare nel dettaglio) rendono l’investimento poco conveniente, tanto per usare un eufemismo. La stessa Soprintendenza che, si era detto in passato, aveva partecipato alla redazione del Piano Padiglioni.

Ricapitolando, quindi, basterebbe dire che si è fatto un gran casino per avere in centro dehors tutti uguali, o quasi, mentre invece ci ritroviamo oggi in centro senza un dehor che sia uno (neanche quelli brutti, certo, ma quindi con una città meno ospitale di inverno, il contrario di quello che aveva auspicato il Sindaco presentando il Piano) ma con due – comunque belle – strutture realizzate in vie trafficate a due estremi della città. Ne è valsa la pena? Non saprei. Il mio consiglio, a voi che leggete, è di starvene su Marte, se potete, che lì i dehors non credo servano.

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