Dieci domande sulla comunità ravennate…

Prima ci sono state le famigerate dieci domande di Repubblica a Berlusconi. Poi sono arrivate quelle del Giornale a Franceschini e a Di Pietro e le altre dieci di Repubblica - viva la fantasia - a Berlusconi. E poi è stato il caos, con tutti che hanno iniziato a fare domande a tutti. Tanto che non si spiega come sia possibile che l’Italia - è notizia di questi giorni - abbia perso altre cinque posizioni nell’annuale classifica sulla libertà di stampa di quei comunisti (immaginiamo) di Reporter senza frontiere, piazzandosi al 49esimo posto, scavalcata sul filo di lana anche da Hong-Kong. Per tentare di migliorare la situazione anch’io, nel mio piccolo, voglio mettere sul piatto dieci domande, da rivolgere non so bene a chi, ma che magari riusciranno a chiarirmi le idee sulla sempre sorprendente comunità ravennate. Naturalmente ogni riferimento a cose e persone è puramente casuale. Di questi giorni non voglio mica rischiare di essere querelato. Ecco dunque i quesiti, partendo dal tema della moschea, sempre di stretta attualità.
1) È già possibile iscriversi al corso per kamikaze del centro islamico? (versione ironica)
1-bis) Perché ai cittadini ravennati dovrebbe interessare quello che la comunità islamica ha deciso di costruire su un terreno di sua proprietà, che sia una moschea di centomila metri quadrati o un museo, un luna park o una banca? (versione terribilmente seria)
2) Qualcuno può spiegare al capogruppo del Pd che se dovesse continuare a difendere in ogni occasione il “povero immigrato” e a invocare l’integrazione a tutti i costi saranno in molti, per sfinimento, a decidere di votare il centrodestra?
3) Perché a Ravenna esiste un partito camuffato da lista civica che pare fondarsi su valori democristiani e allo stesso tempo cerca in tutti i modi di strizzare l?occhio agli “amici” della Lega?
4) Più il sindaco si fa “bacchettone” e più i suoi consensi salgono: che i suoi detrattori non abbiano fatto i conti con la grande comunità degli anziani, stragrande maggioranza del suo elettorato e che ben rappresenta i “residenti” da proteggere, di via Sansavino come di Marina di Ravenna, di via Carducci come del centro storico?
5) Perché a Ravenna è così diffusa la sensazione che se non si è del Pd non si “conta” niente? È davvero solo una sensazione?
6) Sarà più facile che Sergio Zavoli veda Ravenna diventare capitale europea della cultura, il cardinal Tonini la nuova moschea o Moldenke, ancora piuttosto giovane, la completa riqualificazione della Darsena?
7) Nessuno, a parte il capogruppo di cui al punto 3, ha qualcosa da ridire sullo stato attuale di Largo Firenze?
8) Dunque, fatemi capire, la prossima estate potrò bere una birra in lattina durante una festa danzante nella zona pertinente del mio stabilimento balneare preferito alle 20.04 di una domenica sera dopo aver parcheggiato il pullman nello stradello retrodunale?
9) Come fa il presidente di un famoso gruppo bancario ravennate ad essere perennemente sui giornali?
10) Ma chi accidenti è Enrico Tartagni?

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