Ecco le reazioni ufficiali ufficialissime dopo la proclamazione di Matera capitale europea della cultura nel 2019.
Alberto Cassani (coordinatore della candidatura): «Credo sia giusto continuare a lavorare con il mio staff verso il prossimo ambizioso obiettivo: candidare Ravenna a capitale europea della cultura del 2033, il prossimo anno in cui toccherà nuovamente all’Italia».
Fabrizio Matteucci (sindaco): «Sapremo rialzarci. Nel frattempo ho deciso di nominare cittadino onorario di Ravenna il sindaco di Matera».
Nadia Carboni (project manager Ravenna 2019): «Ora posso confessarlo, non ho mai visto uno spettacolo dei Fanny & Alexander».
Il cardinal Tonini apparso nella notte nella camera da letto dell’assessore Cameliani: «Michelangelo Antonioni mi ha detto di dirvi di smetterla, che poi Deserto Rosso non è neppure ‘sto granché».
Un africano di Lido Adriano: «Ma chi è Bruno Dorella?».
Vasco Errani: «Io questa volta non c’entro».
Il presidente della giuria del 2019: «Il nostro criterio di scelta è stato quello a cazzo di cane».
Un ragazzino di 13 anni dopo la parata in Darsena: «Io non ci volevo andare, ma mi hanno picchiato e minacciato di mandarmi a catechismo».
La giurata estone dopo la visita al Socjale di Piangipane: «Quel vecchio bavoso mi ha toccato il culo».
Una panchina degli Speyer: «Ravenna non si merita di essere capitale europea della cultura. Troppi negri».
L’assessore Corsini: «Ma che figata, ora posso candidarmi a sindaco».
Abbiamo cercato di chiedere un commento alla signora Muti, ma non ci hanno aperto la porta. Dalla finestra della sede del Ravenna Festival uscivano le note di una canzone anti-depressiva, che faceva più o meno così «Ma-ra-ca-ibo, mare forza nove…».