Ecco la Notte d’oro

Più o meno un anno fa definivo su queste colonne la Notte d’oro «solo un’altra occasione persa», scatenando, almeno da quanto mi hanno riferito, l’irritazione dei piani alti - si fa per dire - di Palazzo Merlato. Oggi, oltre ad autocitarmi in maniera stucchevole, credo sia doveroso da parte mia dare atto a chi di dovere del fatto che le cose sono decisamente migliorate. Il tentativo di rendere la manifestazione anche qualcosa di rilevante dal punto di vista culturale, effettivamente, c’è. Soprattutto grazie alla rassegna che nei giorni precedenti fungerà da prologo alla Notte d’oro, fino a venirne completamente inglobata, e che si chiama “La città che vorrei”.

Il problema, sempre che per qualcuno lo sia, è che se la città che “vorremmo” deve anche candidarsi a diventare Capitale europea della cultura, ancora non basta. Bersani è meglio di Dolcenera, d’accordo, ma è stato un caso, fidatevi di me. Ci sono Rava e Bollani, che suonano però all’Alighieri per Ravenna Jazz. E le migliaia di persone che staranno scorrazzando bicchiere di birra in mano per il centro storico (ma non ai giardini Speyer o al quartiere Sant’Agata, no, lì non si può bere) non se ne renderanno neppure conto. Come non verranno di certo a sapere che le sere prima c’è stato lo spettacolo delle Albe, un confronto con rappresentanti di Marsiglia e Mons, incontri sull’allegria, sugli Etruschi, eccetera eccetera. E non è che pretendiamo che tutto possa essere a portata di tutti allo stesso modo e nella stessa sera. Ma se tu, città candidata a diventare Capitale europea della cultura, organizzi un evento del genere al quale parteciperanno migliaia e migliaia di persone, soprattutto giovani, soprattutto ignoranti (nel senso che… va beh, avete capito), devi fare in modo che la cultura sia davvero ovunque. Che ?sta gente ci sbatta contro mentre cammina. Che si trovi di fronte le avanguardie culturali di ogni tipo. Non ci deve essere più spazio per un Bersani qualunque, con tutto il rispetto, per la radio che fa casino in piazza, per una notte bianca come quelle che si fanno già in altre città. Devi essere unica. Devono parlare di te in tutta Italia, se vuoi essere capitale d’Europa. La gente, alla Notte d’oro, deve rimanere sbattezzata. Deve poter dire: «Ma che razza di roba è questa?». «Dove siamo capitati?». «Città strana, Ravenna…». Robe del genere. Non deve semplicemente dire di essersi divertita. Troppo facile. No, non deve divertirsi. Deve pensare di essere stata catapultata per poche ore in una realtà parallela, nel futuro. Deve sognarsi alla notte le installazioni di artisti concettuali, deve avere le orecchie che fischiano per il concerto di Keiji Haino in piazza, deve aver capito finalmente chi sono ?sti Fanny&Alexander di cui ogni tanto sente parlare su Ravennanotizie. Va beh, me ne rendo conto, ho esagerato, ma chi vuole comprendere…

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